Dopo un primo esordio su riviste specialistiche con saggi di taglio psico-sociologici, derivati dalla sua formazione universitaria, negli Anni Ottanta Matilde Jonas approfondiva i propri interessi  in campo letterario. In seguito alla pubblicazione della sua prima silloge La lunga notte dei nove sentieri, Firenze 1981, Quaderni di Hellas, sperimentava con un piccolo gruppo di poeti l’applicazione dell’ analisi del profondo alla letteratura. L’amore per questo connubio derivava dalla tradizione della famiglia magiara del padre, nipote del grande scrittore ungherese Geza Csath (pseudonimo dello psichiatra Jozef Brenner), cugino del poeta Dezso Kosztolanyi. Giornalista del quotidiano fiorentino La Città, la Jonas per sette anni ne curava la pagina  culturale. Nel 1987 usciva Tra silenzio e parole, prefato da Geno Pampaloni, per i tipi della Nardini Editore (Firenze). Dal 1991 ha firmato, come direttore responsabile, il mensile della Newton Compton, Firenze ieri,oggi,domani, quindi dal 1996 Firenze Toscana, da lei progettato per il Gruppo Editoriale Olimpia. Negli stessi anni, oltre a curare prestigiosi eventi artistici,  ha collaborato con diverse case editrici, tra le quali Mondadori, De Agostini, RCS. Nel 1997, per i tipi della MCS di Trieste, ha pubblicato Venerdì, Quinto Quaderno Azzurro, libera traduzione dell’ opera dello scrittore ceco Frantisek Rachlik. Nel 2012, sintesi di anni di ricerca, usciva La saga delle colombe. Villa La Selva, il lager alle porte di Firenze,  Passigli Editore, Firenze.  Del 2016 la silloge Banchi di luce, Roma, Lepisma Edizioni.

(a cura dell'autrice)


(Fonte immagine: rielaborazione delle due copertine di La lunga notte dei sentieri e Banchi di luce)